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Qualche cenno storico sul borgo di Ca’ Murà
Il borgo di Ca’ Murà sorge in zona Bertipaglia, frazione del Comune di Maserà, 10 km a sud da Padova, ed affonda le proprie origini nei primi decenni dell’anno 1000 quando in questa zona si insediarono piccole comunità benedettine che, come nella zona della Saccisica, furono impegnate per secoli nella bonifica di terreni paludosi e malsani. Il borgo era ed è cinto da una mura, da qui il toponimo Ca’ Murà. Se successivamente qui sorse un monastero francescano, l’antica chiesetta dedicata ai Santi Stefano ed Eurosia faceva parte di un piccolo monastero femminile benedettino.
Già dal medioevo, quindi, questi complessi rurali che possiamo ritrovare in altre zone della campagna padovana (in primis mi viene in mente l’esempio delle Corti Benedettine di Correzzola), gestiti da monaci benedettini erano delle vere e proprie “fabbriche” all’interno delle quali fervevano varie attività necessarie alla vita e a sostentamento della comunità e per assolvere alla regola dell’Ora et labora.
Il periodo francescano
Il monastero, una volta abbandonato dai benedettini nel corso del 1200 passò ai frati francescani. Nel testamento di una certa donna Zampasa datato 1220, riportato dal vescovo D. Dell’Orologio e presente nell’archivio del Santo, sono menzionati due monasteri di frati minori uno a Curtarolo ed uno a Ca’murà; nello stesso anno S. Francesco d’Assisi è di ritorno dall’Oriente, approda a Venezia arriva a Padova, per poi attraversare il Veneto, l’Emilia e la Toscana, visitando e portando conforto ai conventi che vi esistevano.